Fateci caso: la pubblica amministrazione non "fa", ma "provvede a fare".
Il verbo provvedere deriva dal latino provideo, composto da pro (prima) e video (vedere). Provvedere, dunque, significa vedere prima, cioè conoscere prima ciò di cui si ha bisogno per procacciarselo e, per traslato, vigilare sullo stato delle cose in modo che il flusso del funzionamento non si interrompa.
Ecco, dunque, perchè abbiamo i "provveditorati": alle opere pubbliche, agli acquisti, un tempo perfino agli studi. Organismi incaricati di prevedere e programmare spese, manutenzioni e acquisti necessari al funzionamento dei servizi.
Spessissimo nelle leggi, nelle delibere, nei decreti, nelle ordinanze, ma anche nelle lettere o relazioni, il verbo di azione è preceduto dal verbo provvedere: non si comunica, ma si provvede a comunicare; non si ordina, si provvede a ordinare; non si acquista, bensì si provvede ad acquistare.
Del resto, il prodotto del procedimento amministrativo, come è noto, è il "provvedimento" amministrativo.
Insomma, la PA "provvede". Oggi, tuttavia, l'accezione del "provvedere" come "prevedere" appare aver perso questo significato. Si "provvede" sempre più spesso in condizioni di urgenza ed emergenza, in ritardo, con poche risorse e per gruppi sempre più ridotti di destinatari. Spesso, interventi di questo tipo, poco finanziati e per platee ristrette, sono definiti "sperimentazioni". Un modo elegante per dire che si vorrebbe in effetti "provvedere", ma poichè le risorse non sono sufficienti per tutti, allora di "sperimenta".
Tuttavia, la PA continua a provvedere e, anzi, a pensarci bene agisce proprio come fosse la "Provvidenza": concede dall'alto, con generosità, a chi si trova in condizione di afflizione, un beneficio, come la manna dal cielo. Ma, con molta parsimonia e raramente, altrimenti che "Provvidenza" sarebbe se fosse per tutti e consueta.
E' un po' quello che accade nelle zone terremotate, dove si "provvede" ad assegnare le case provvisorie per sorteggio: vuoi superare l'inverno con un tetto sopra la testa? La "Provvidenza", il sorteggio con cui si "provvede" a darti una casa, ci penserà.
E, sempre per sorteggio, si "provvederà" ad individuare i destinatari dell'assegno di ricollocazione, quei disoccupati percettori di Naspi che dopo 4 mesi dall'aver perso il lavoro non si saranno ancora ricollocati. Trovare un lavoro, ancora una volta, sarà opera della "Provvidenza".
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