Ogni anno, verso la fine dell’anno, accade un evento che per i
comuni è sempre imprevisto ed imprevedibile: arriva il Natale.
E così i sindaci e gli assessori vanno nel panico. Quel vecchio
vestito di rosso, infatti, giunge sempre del tutto inaspettato e
senza avvertire. Però, per educazione e deferenza, i primi cittadini
non possono sottrarsi al dovere di accoglierlo come si deve, con
apparati di luminarie luccicanti e calde.
Purtroppo, il bizzoso e capriccioso Natale, giungendo alla sprovvista
ed improvvisamente, costringe gli amministratori locali a rimediare,
con strumenti eccezionali.
Su 8100 comuni italiani, quindi, sono – inevitabilmente –
pochissimi quelli non indotti dall’imprevedibilità ed urgenza
dello scorrere del calendario ad affidare gli appalti per le
luminarie rispondendo, appunto, alla situazione di assoluta emergenza
che si viene a creare.
Non possiamo né dobbiamo pronunciarci sulla vicenda che coinvolge il
comune
di Pinzolo proprio a causa dell’acquisizione delle luminarie,
pur rimanendo dovere civico affermare l’attuale non colpevolezza di
chi risulta indagato in quell’inchiesta.
Certo è che la vicenda di quel comune è emblematica di un sistema
nel suo complesso ormai totalmente fuori controllo.
Sembra, infatti, ormai, agli occhi della politica, che dirigenti e
funzionari “capaci” siano solo quelli che le norme le aggirano,
non coloro che le applicano.
Spesso l’ignavia, l’indecisione, la distrazione sono il
fondamento per accorgersi che di solito dopo il novembre arriva il
dicembre, col suo fatidico 25. A quel punto, un appalto comodamente
programmabile, diviene un caso.
La compagine politica va in fibrillazione; vista l’urgenza, sindaco
ed assessori spingono i malcapitati funzionari che per qualche
ragione debbono occuparsi della cosa ad immaginare qualsiasi
possibile volo pindarico che consenta di non fare gare, perché “non
c’è tempo” e “ai cittadini occorre garantire un servizio
indispensabile per il rafforzamento del senso della cittadinanza”.
Non di rado, accanto a queste considerazioni, si mette anche il nome
di quell’azienda, di quella pro loco, di quell’associazione
commercianti, di quella partecipata, di quel comitato, prontissimo ad
installare ed accendere le luci, ma senza gara, ci mancherebbe.
Uno dei metodi negli ultimi anni più gettonati per aggirare le
regole banali (non del codice dei contratti, ma della banalissima
programmazione: l’appalto per le luci natalizie lo si potrebbe
organizzare già il gennaio precedente, come è ovvio) è proprio
quello di erogare un contributo a qualcuno (azienda, pro loco,
associazione di commercianti, partecipata, comitato, etc.), che
regolarmente, insieme con l’emergere “improvviso”
dell’emergenza, si presenta come salvatore delle luminarie.
La vicenda di Pinzolo sul piano penale appare oggettivamente
piuttosto forzata. Tuttavia, è emblematica di un modo di gestire i
comuni e la pubblica amministrazione in generale totalmente
fallimentare ed allergico al buon senso ed al raziocinio. E’ pur
vero che molte norme sono scritte male e di difficile interpretazione
ed attuazione, e tra queste il codice dei contratti primeggia.
Tuttavia, se gli amministratori fossero un po’ meno “distratti”
e riuscissero davvero a fare ciò che la legge, ma i cittadini per
primi, chiedono loro, cioè programmare e dare un indirizzo –
invece di interessarsi di tutt’altro – si otterrebbe la prima
vera riforma epocale. A costo zero.
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