giovedì 19 marzo 2020
Coronavirus - Pensieri in libertà 2 – Darwin, Pec e SPID
I consulenti cinesi riferiscono alla regione Lombardia l’ovvio: c’è troppa gente che va (inutilmente) in giro.
I camion dell’esercito che portano le bare ai forni crematori, evidentemente, non bastano a far capire alle persone, ma anche alle istituzioni, che la chiusura presunta totale, non lo è. Non abbastanza.
Il d.l. 18/2020 ha, com’è giusto, sospeso tutti i procedimenti, ma non quelli dei pagamenti vari. Non si può, proprio in questa fase, lasciare le persone prive del sostentamento.
Ma, nell’Italia che per digitalizzare i servizi parla, costituisce Autorità indipendenti, chiama consulenti da Amazon, emette Linee Guida a profusione, continua a modificare il codice dell’amministrazione digitale (d.lga 82/2005) che nessuno conosce, tra qualche giorno si inizieranno a pagare le pensioni ancora con la consegna in contanti allo sportello delle Poste!
Tra qualche giorno, quando, forse, i primi effetti della chiusura disposta poco tempo fa, si saranno colti, si mandano soprattutto anziani in giro per le città, a fare code tanto interminabili quanto rischiose, per ritirare i contanti.
Ma, ci pensiamo? I contanti…
Da anni si sarebbe dovuto guadare il fiume e disporre che un pieno diritto di cittadinanza e, quindi, di accedere ai servizi pubblici o di interesse pubblico, spetti solo a chi disponga di Pec e SPID. Con la fine della gestione dei pagamenti in contanti.
Le Poste chiuderebbero? Non si direbbe proprio. La virtualizzazione dei bollettini postali potrebbe essere gestita da remoto tra cliente e sportellista, al telefono.
Questo Paese non ha fatto il passo decisivo verso un modo più moderno e che oggi sarebbe più sicuro per tutti di gestire i rapporti economici, a partire dalle amministrazioni pubbliche e dalle Poste: rendere obbligatorio ed esclusivo il sistema di pagamento on line.
E non ha fatto tale passo perché è da troppo tempo prigioniero della facile scusa (una delle tante) per non fare il salto: “gli anziani non sanno usare gli strumenti telematici e troppi non hanno comunque le competenze necessarie”.
Non si può, dunque, adottare un retrivo darwinismo sociale ed escludere queste persone dalla ricezione dei servizi pubblici.
Una minoranza, quindi, e in aggiunta anche cose come non curanza, interessi di alcune lobby, pigrizia, espongono il Paese ad un pericolo enorme di riproduzione del contagio, quando tra fine marzo e inizio aprile tanti andranno a ritirare la pensione, in contanti.
Nessuno ha mai pensato ad un piano enorme di investimenti pubblici per rimediare al problema enorme dell’analfabetismo informatico, che oggi produce il rischio del pagamento delle pensioni.
Nessuno ha mai pensato che anziani e persone non competenti si potrebbero e dovrebbero comunque aiutare appunto con sistemi di supporto telefonici. Hanno proliferato senza alcun controllo (l’Autortà garante della privacy non è servita a nulla per arginare il problema) call center di ogni tipo, ma non si è pensato a costituire presso gli enti erogatori di denaro, banche comprese, contact center che si prendessero carico delle limitate competenze digitali, per svolgere per conto di chi non le abbia funzioni di erogazione di denaro in conti correnti o di pagamento con gli F24. I patronati avrebbero potuto svolgere queste funzioni, ma i sistemi di attribuzione del “mandato” si sono rivelati farraginosi. Solo col d.l. 18/2020 si è capito che il mandato possa essere concesso con una semplice mail, senza la necessità di raccogliere la firma del cliente in presenza e di suo pugno (vedi l’articolo 36 del decreto).
E’ il caso di rivolgere un appello al Governo: adotti subito, senza alcuna esitazione una normativa che estenda questo metodo di incarico a terzi di gestire pratiche di pagamento e riscossione e chiuda gli uffici postali, tutti. Non consenta il pagamento delle pensioni in contanti. Metta, invece, a disposizione batterie di consulenti telefonici che aiutino a percepirle e a trasferirle in sicurezza in conti correnti o libretti.
E’ altrettanto assurdo che in Italia continui a girare così tanta posta cartacea. Il colpevole, inaccettabile ritardo nella previsione obbligatoria del domicilio digitale, fa ancora movimentare un mare di raccomandate e posta appunto cartacea, che dovrebbe essere sostituita per il 100% da un sistema di trasmissione esclusivamente digitale.
E quindi, in tanti, ancora, dagli uffici pubblici alle aziende, hanno bisogno di controllare se arrivi la posta cartacea. Nonostante tutte le scadenze siano sospese (vedi articolo 103 del d.l. 18/2020), nonostante le attività giurisdizionali siano bloccate.
Altro appello al Governo: chiarisca ancor meglio queste sospensioni e le totali chiusure delle procedure giurisdizionali. Il virus non distingue, per diffondersi, la procedura amministrativa o negoziale privata più idonea.
Non c’è tempo. Questo non è darwinismo sociale. Purtroppo, l’assenza di scelte radicali che si dovevano compiere prima sta dando modo al virus di attuare impietosamente le leggi scoperte da Darwin.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento