Con tutto il rispetto e la deferenza che merita un'autorità come l'Anac: il virus riguarda tutti ed è una priorità assoluta, tale da sconsigliare la pretesa dell'adempimento in mezze maniche e calamaio.
Oggi è fortissimo lo sgomento di tanti operatori delle amministrazioni pubbliche nel leggere la pubblicazione sul sito dell'Anac della sua delibera 4 marzo 2020, n. 213, ad oggetto "Attestazioni OIV, o strutture con funzioni analoghe, sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione al 31 marzo 2020 e attività di vigilanza dell’Autorità".
Una delibera che ricorda i tanti, troppi, adempimenti di inserimento dati richiesti da una normativa che, si spera, dopo l'emergenza coronavirus sia profondamente rivista. Perchè l'Italia deve uscire dal virus Covid-19, ma anche dal virus della burocrazia e della cultura del mero adempimento.
In un giorno come il 12.3.2020, nel quale tutte le amministrazioni pubbliche sono impegnate per capire cosa fare allo scopo di fornire i servizi con la minore presenza possibile di lavoratori, così da consentire alle persone di stare il più possibile a casa, una delibera che ricorda di adempiere a pubblicazioni a fini di controllo, si ribadisce, con tutto il rispetto per Anac, stona. E' una nota stonatissima, che l'orecchio, e gli altri sensi hanno proprio tanta difficoltà a sopportare.
Pensiamo, in questo momento, ad un'azienda ospedaliera o sanitaria. E' vero che le pubblicazioni richieste dalla normativa non sono competenza degli eroici medici e infermieri impegnati allo stremo contro il virus, ma degli amministrativi. Ma, questi amministrativi, in quegli enti, in questi giorni sono a loro volta impegnati ad adottare atti, tutti straordinari, di gestione del personale. Una gestione impazzita tra turni stravolti, lavoro agile, ferie d'ufficio, assunzioni d'urgenza. E, poi, il problema, enorme, delle acquisizioni: occorre acquistare medicine, presidi, mantenere i servizi di manutenzione in corso.
No. Per gli adempimenti burocratici e le pubblicazioni di documenti non è adesso il tempo.
Non è adesso l'opportunità.
Non è adesso il luogo.
Ci si accoda, quindi, al garbato e accorato appello dell' AIIS – Associazione Italiana per l'Integrità della Salute: "ritardare la verifica degli adempimenti sulla trasparenza".
E questo vale anche per tutte le altre amministrazioni, meno in trincea di quelle del servizio sanitario, ma impegnate a loro volta a confrontarsi con l'ignoto.
Siamo certi che l'Anac comprenda. Siamo certi che ogni autorità, ogni ente competente a regolare e controllare sappia che non è adesso il caso di chiedere il rispetto di scadenze per meri atti.
La trasparenza è un bene; la lotta alla corruzione imprescindibile. Ma, adesso, le pubblicazioni sui portali, no. Non sono una necessità primaria.
Un appello al Governo: è indispensabile una normazione urgente che disponga la sospensione diffusa di tutti i termini e le scadenze, con la sola eccezione di situazioni, da esplicitare con estrema chiareza e dettaglio, tali da pregiudicare diritti inviolabili delle persone.
Non ha alcun senso pensare, ad esempio, al rispetto della scadenza dell'approvazine del rendiconto, o del report, o del documento di programmazione, in questa fase, nella quale nemmeno è garantito il funzionamento dei plenum degli organi competenti.
Il buon senso è un'altra arma potente contro il virus. In ogni settore.
Ma davvero ANAC meriterebbe rispetto e deferenza?
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