sabato 25 aprile 2020

Buoni spesa e requisiti per richiederli. No alla residenza

I comuni si vantano di aver saputo gestire la complicatissima procedura dell'assegnazione dei buoni spesa, previsti dall'ordinanza della protezione civile 658/2020 e, infatti, tramite l'Anci reclamano verso il Governo maggiori spazi nell'emergenza.
Nella realtà, anche se la spesa è stata in larga parte erogata, non sono state per nulla rose e fiori.

I comuni si sono impantanati in mille difficoltà. Si è vista una forte incapacità da parte delle strutture amministrative di comprendere cosa significhi agire in deroga alle norme; quindi si è continuato a cercare il Cig, il Durc e forme di pagamento connesse agli appalti, mentre l'intero impianto è connesso a contributi pubblici. E c'è voluto l'intervento dell'Anac per confermare l'ovvio: si tratta di contributi e non di appalti.
E c'è stata una fortissima ingerenza della politica, che purtroppo per l'ennesima volta ha visto nel progetto l'occasione per la ricerca di consenso e voti, più che il perseguimento dell'interesse pubblico.
Tale ingerenza si è vista soprattutto nella produzione di criteri "scriteriati" di accesso. In alcuni casi, dichiarazioni di carattere politico, o l'inutile riferimento ad Isee o dichiarazioni dei redditi: elementi riferiti al 2019, mentre il progetto intende rimediare a condizioni di immediato bisogno del 2020.
Non è mancato chi abbia chiesto un altro requisito ultroneo: la residenza. Come se lo stato di bisogno fosse connesso ad una riga nella carta d'identità. Come se nei comuni non lavorino persone domiciliate, per quanto non residenti, che magari a causa dell'emergenza non siano potute tornare nella propria residenza e, avendo perso fonte di reddito, non abbiano condizioni di bisogno.
Il Tar Abruzzo, Sezione I, con ordinanza 22 parile 2020, n. 79, ha rilevato un fumus di illegittimità ed illogicità nel considerare la residenza come requisito per l'accesso ai buoni spesa.
Una decisione da condividere. Che però evidenzia bene come i comuni siano purtroppo ben lontani da gestioni lineari e pienamente orientate all'efficacia e al bene pubblico. Anche per l'assenza di controlli preventivi e lo spoil system, che rende l'apparato amministrativo afono ed incapace di attuare gli indirizzi politici mediante decisioni operative corrette.

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