venerdì 12 giugno 2020

La semplificazione avrebbe semplicemente bisogno di rispettare il principio di buon andamento. La paradossale questione del rinvio Imu



C’è da chiedersi come sia possibile che una fondazione privata, di un’associazione privata (l’Ifel è fondazione dell’Anci), possa essere considerata legittimata a fungere da fonte interpretativa ed operativa.
Le indicazioni dell’Ifel si sono dimostrate fonte di caos e di potenziale conflittualità tra comuni e Stato. E continuano a contenere indicazioni del tutto erronee, come quelle sull’inesistente possibilità che la giunta adotti delibere con i poteri del consiglio, salva successiva ratifica.
Breve riassunto. L'Ifel il 21 maggio suggerisce con una nota, ovviamente priva di qualsiasi valore di fonte ufficiale, ai comuni di rinviare il versamento Imu per intero. Il Mef, con colpevole ritardo, mediante altro atto generalmente considerato privo di vincolatività, la "risoluzione" 5/2020 non ci sta ed afferma che il rinvio non può valere per la quota di tributo di spettanza dello Stato. L'Ifel, allora, torna sui suoi passi e con un'altra nota del 10 giugno suggerisce ai comuni di revocare il provvedimento, indicando che ciò possa avvenire con delibera di giunta soggetta a successiva ratifica del consiglio.
In pochi giorni si è assistito al proliferare di "note" e "risoluzioni" del tutto prive della funzione e del potere di "fonte", contenenti indicazioni erronee e comunque discutibili, in alcuni casi decisamente illegittime, come l'invenzione di un potere della giunta di adottare atti del consiglio salva sua successiva ratifica, sistema abolito per sempre fin dal 1990 con la legge 142/1990.
La semplificazione e sburocratizzazione di cui si chiacchiera tanto dovrebbero passare prevalentemente, senza alcun bisogno di norme, semplicemente dall’attuazione dei semplici principi di legalità e buon andamento, che non dovrebbero lasciare nessuno spazio a voli pindarici giuridici come quelli di questa paradossale vicenda

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