Nell'articolo su Il Sole 24 Ore del 23.11.2020 "Semplificazioni, il paradosso del «modello Genova»: ora che c'è non lo usa nessuno", Mauro Salerno si meraviglia della circostanza che "Il decreto Semplificazioni che doveva sbloccare gli investimenti è rimasto praticamente lettera morta. Se i bandi pubblicati negli ultimi mesi ne hanno fatto uso non ce ne siamo accorti".
I commentatori generalisti non si rendono conto che quello di Genova non è un modello o, meglio, il sistema di Genova ha funzionato per una questione che il decreto “semplificazioni” non ha minimamente sfiorato.
Il ponte sul Polcevera è stato costruito molto velocemente non tanto perché per la gara si è svolta una procedura negoziata in deroga a molti vincoli procedurali, ma anche e soprattutto perché il progetto è stato realizzato al volo, è stato di grande qualità, è stato in pratica donato al Commissario. Si sono saltati, così, i lunghissimi passaggi che rappresentano circa il 50-60% del tempo che generalmente si impiega per arrivare alla realizzazione di un’opera a partire dalla sua programmazione. Inoltre, in fase di selezione hanno partecipato in pochi e volontariamente i concorrenti si sono astenuti dall’andarsi contro, con ricorsi vari. Infine, poiché il progetto era ben realizzato, i lavori sono proceduti spediti e senza intoppi.
Il decreto “semplificazioni” della fase progettuale nemmeno parla e non ha praticamente intaccato nemmeno un po’ quella esecutiva, se non per aspetti concernenti i pagamenti (riduzione dei termini per i Sal e riconoscimento dei maggiori costi connessi all’emergenza pandemica).
Ecco perché gli effetti del d.l. 76/2020 non si sono visti. E non si vedranno più di tanto.
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