giovedì 24 dicembre 2020

Il castello di carte delle presunte funzioni gestionali dei segretari comunali, tenuto in piedi da una clausola nulla

Su Il Sole 24 Ore del 23.12.2020, l'articolo a firma di Arturo Bianco titolato "Nel nuovo contratto segretari alla prova di compiti gestionali, di garanzia e di controllo", canta le lodi dell'articolo 101 del Ccnl 17.12.2020 dell'area dirigenza del Comparto Funzioni Locali. Si tratta della norma che attribuirebbe ai segretari "poteri gestionali" e quello di "avocazione".

Un commento molto entusiasta, per un castello di carte, costruito su una norma totalmente nulla. Elenco parziale delle norme violate: 

  1. articolo 97, commi 2 e 3 della Costituzione, i quali stabiliscono: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.  Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari”. La definizione dell’organizzazione e delle competenze, come si nota, è soggetto a riserva di legge. La legge, certo, potrebbe disporre di se stessa ed attribuire ai contratti collettivi nazionali l’esercizio di queste competenze. Peccato che nel caso di specie non sia così, come si dimostra col successivo punto; 
  2. articolo 40, comma 1, del d.lgs 165/2001 l’articolo 40, comma 1, che allo scopo di confermare e chiarire il quadro visto prima, prevede: “La contrattazione collettiva disciplina il rapporto di lavoro e le relazioni sindacali e si svolge con le modalità previste dal presente decreto. Nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, della mobilità, la contrattazione collettiva è consentita nei limiti previsti dalle norme di legge. Sono escluse dalla contrattazione collettiva le materie attinenti all'organizzazione degli uffici, quelle oggetto di partecipazione sindacale ai sensi dell'articolo 9, quelle afferenti alle prerogative dirigenziali ai sensi degli articoli 5, comma 2, 16 e 17, la materia del conferimento e della revoca degli incarichi dirigenziali, nonché quelle di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 23 ottobre 1992, n. 421”. Attribuire ai segretari comunali il potere di avocazione, come già rilevato sopra, implica interferire proprio sulle prerogative dirigenziali. E’ evidente che introdurre un potere di avocazione implica proprio ingerirsi nelle prerogative dirigenziali esplicitamente vietate. Se i segretari comunali adottassero atti nell'esercizio di un potere di avocazione, i loro provvedimenti risulterebbero tutti a fondato rischio di nullità per assoluta carenza di potere. 
  3. articolo 46, comma 1, del lgs 165/2001, ai sensi del quale “L'ARAN esercita a livello nazionale, in base agli indirizzi ricevuti ai sensi degli articoli 41 e 47, ogni attività relativa alle relazioni sindacali, alla negoziazione dei contratti collettivi e alla assistenza delle pubbliche amministrazioni ai fini dell'uniforme applicazione dei contratti collettivi”. Come si nota, l’Aran non dispone per legge nemmeno in minima parte del potere di definire le funzioni non solo del segretario comunale, ma di qualsiasi organo amministrativo; 
  4. articolo 107, comma 4, del d.lgs 267/2000: “Le attribuzioni dei dirigenti, in applicazione del principio di cui all'articolo 1, comma 4, possono essere derogate soltanto espressamente e ad opera di specifiche disposizioni legislative” 
  5. articolo 2 (rubricato “Fonti”), comma 1, del d.lgs 165/2001, ai sensi del quale, confermando ovviamente il costrutto della Costituzione, “Le amministrazioni pubbliche definiscono, secondo principi generali fissati da disposizioni di legge e, sulla base dei medesimi, mediante atti organizzativi secondo i rispettivi ordinamenti, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici; individuano gli uffici di maggiore rilevanza e i modi di conferimento della titolarità dei medesimi”. Nessuno spazio è dato alla contrattazione collettiva; 
  6. sempre l’articolo 2, stavolta comma 2, del d.lgs 165/2001, che circoscrive l’orizzonte della potestà normativa dei contratti collettivi: “I rapporti di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono disciplinati dalle disposizioni del capo I, titolo II, del libro V del codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell'impresa, fatte salve le diverse disposizioni contenute nel presente decreto…”. I contratti, come è logico, possono interessarsi della regolazione del rapporto di lavoro, ma non delle competenze e delle funzioni; 
  7. l’articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 421/1992, ai sensi del quale “…Sono regolate con legge, ovvero, sulla base della legge o nell'ambito dei princìpi dalla stessa posti, con atti normativi o amministrativi, le seguenti materie:  1) le responsabilità giuridiche attinenti ai singoli operatori nell'espletamento di procedure amministrative;  2) gli organi, gli uffici, i modi di conferimento della titolarità dei medesimi;  3) i princìpi fondamentali di organizzazione degli uffici;  4) i procedimenti di selezione per l'accesso al lavoro e di avviamento al lavoro;  5) i ruoli e le dotazioni organiche nonché la loro consistenza complessiva. Le dotazioni complessive di ciascuna qualifica sono definite previa informazione alle organizzazioni sindacali interessate maggiormente rappresentative sul piano nazionale;  6) la garanzia della libertà di insegnamento e l'autonomia professionale nello svolgimento dell'attività didattica, scientifica e di ricerca;  7) la disciplina della responsabilità e delle incompatibilità tra l'impiego pubblico ed altre attività e i casi di divieto di cumulo di impieghi e incarichi pubblici; 
  8. l’articolo 97, comma 4, del d.lgs 267/2000, che regola, come fonte di legge, le funzioni del segretario comunale; 
  9. gli articoli 16 e 17 del d.lgs 165/2001, che disciplinano in modo intangibile dalla contrattazione collettiva funzioni e prerogative dei dirigenti; 
  10. l’articolo 100 del d.lgs 267/2000, ai sensi del quale “Il segretario può essere revocato con provvedimento motivato del sindaco o del presidente della provincia, previa deliberazione della giunta, per violazione dei doveri d'ufficio”. Poiché i doveri d’ufficio sono fissati esclusivamente dalla legge o da atti di organizzazione di stampo pubblicistico, risultano totalmente sottratti alla contrattazione collettiva, che non ha in alcun modo nessun potere di indicare quali sono i doveri d’ufficio. 
Particolarmente risibile è il tentativo del Ccnl di superare le evidentissime incompatibilità del segretario-gestore con le funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione. La previsione per norma contrattuale della confusione tra controllore e controllato è l'ultimo approdo di uno scadimento senza fine della qualità delle norme, dalle leggi ai contratti.

2 commenti:

  1. Condivisibile tutto il percorso logico giuridico che conduce a ritenere nulle le norme contrattuali in commento. Potranno allora i segretari disapplicare quelle norme pur nella consapevolezza che essi finiranno prima o poi davanti al giudice? Immagino che il legislatore finirà per inserire una norma specifica, di analogo tenore, nel disegno di legge di modifica del d.lgs. 267/2000. Sicché la norma contrattuale sarà stata soltanto un'anticipazione di ciò la legge intende sancire da qui a poco.

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  2. Condivisibile tutto il percorso logico giuridico che conduce a ritenere nulle le norme contrattuali in commento. Potranno allora i segretari disapplicare quelle norme pur nella consapevolezza che essi finiranno prima o poi davanti al giudice? Immagino che il legislatore finirà per inserire una norma specifica, di analogo tenore, nel disegno di legge di modifica del d.lgs. 267/2000. Sicché la norma contrattuale sarà stata soltanto un'anticipazione di ciò la legge intende sancire da qui a poco.

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