Il Dipartimento della Funzione Pubblica informa, con un prezioso parere, che non è attualmente possibile riconoscere al personale rimborsi o indennità volti a compensare i costi (connessione, energia elettrica, utilizzo del pc, lavatura, imbiancatura e stiratura - semicit.).
Chi l'avrebbe mai detto? E sì, perchè, in effetti non ci sono disposizioni chiare in merito. L'articolo 2, comma 3, secondo periodo, del d.lgs 165/2001, infatti, nell'affermare che "L'attribuzione di trattamenti economici può avvenire esclusivamente mediante contratti collettivi e salvo i casi previsti dal comma 3-ter e 3-quater dell'articolo 40 e le ipotesi di tutela delle retribuzioni di cui all'articolo 47-bis, o, alle condizioni previste, mediante contratti individuali", deve solo scherzare.
La norma esprime solo una sorta di desiderio, ovviamente pio. Non deve essere, insomma, una cosa seria. Almeno non finchè non arrivi la circolare, corroborata da un parere, che a sua volta sarebbe meglio si fondasse su Linee Guida, sulla base di una Direttiva, in linea con le FAQ, previste in una pianificazione "strategica".
Ecco, il parere, almeno quello, adesso c'è.
Ma, il dato essenziale che risalta non è questa scoperta dell'acqua calda. Il dato essenziale è che davvero qualche pubblica amministrazione abbia considerato meritevole di istruttoria e formulazione di un parere una richiesta sindacale volta ad introdurre indennità non previste.
Non è in sè il parere a lasciare inebetiti, quanto la presentazione del quesito.
Il livello medio di preparazione dei dirigenti pubblici è basso, poi con lo spoil system impostosi de facto grazie alla "strategica " assenza di controlli preventivi di legittimità il livello medio di competenza dei suddettiè arrivato vicino allo zero assoluto.
RispondiEliminaAlcuni degli effetti di tale inadeguata preparazione sono indicati nell'articolo, per non parlare poi della CORRUZIONE.