lunedì 7 giugno 2021

Assunzioni: l'insensata eliminazione del nulla osta per la mobilità volontaria

Il decreto "reclutamento" vieta la nuova mobilità liberalizzata e senza nulla osta nell’Istruzione e nella Sanità, perchè il Governo sa che se si impedisse al datore pubblico di autorizzare il trasferimento si assisterebbe ad uno spopolamento epocale degli organici del Nord: moltissimi docenti, medici ed infermieri si sposterebbero al Sud, zona di larga loro provenienza.

Questa previsione dimostra l’avventatezza della norma. Nel sistema dei comuni, lo spopolamento sarà analogo e in modo particolare coinvolgerà gli enti di piccole dimensioni e disagiati logisticamente. I dipendenti di questi enti saranno inevitabilmente attratti dalla forza gravitazionale degli enti di maggiori dimensioni più facilmente raggiungibili e più aperti anche a prospettive di carriera e con maggiori risorse decentrate.

La liberalizzazione della mobilità inaugura per gli enti locali anni di caos organizzativo e prelude ad una scelta radicale per i piccoli e medi enti. Le difficoltà enormi che incontreranno per rendere un minimo stabile la presenza di dipendenti, obbligheranno prima o poi a scegliere di tenerli così come sono, accentuandone ritardi ed inefficienze già enormi, o a chiuderli, o a inventare veri e propri obbrobri giuridici per contenere gli effetti di scelte esiziali, come quella di eliminare il nulla osta.

6 commenti:

  1. Mi dispiace dissentire in maniera forte e decisa dal contenuto dell'articolo! Finalmente e purtroppo solo parzialmente un Ministro lungimirante ha capito che trattere con un "ricatto" i dipendenti non aumenta la performance organizzativa e soprattutto individuale! In merito al paventato caos organizzativo è un mero alibi perché gli Enti che intendono valorizzare davvero le risorse umane e specie nei comuni hanno gli strumenti per farlo ma troppo spesso si mortificano le professionalità perché ritenute "non funzionali" e grazie alla gogna dell'obbligo del nulla osta il dipendente non può esprimere al meglio le sue potenzialità e fornire un valido e sereno contributo all'amministrazione, per cui se i dipendenti fossero davvero premiati con oggettività e non vessati da dirigenti per la maggior parte ad incarico, nessuno andrebbe via spontaneamente e non ci sarebbe nessuna difficoltà nella programmazione triennale del personale

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    1. Un punto di vista tanto rispettabile, quanto infondato.

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    2. Ribadisco quanto detto per esperienza personale e non vedo nulla di infondato! Se lo spiegasse sarebbe a beneficio di chi negli ci lavora ed è prigioniero.....

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  2. L'infondatezza è già delineata in altri post sul portale. E' opportuno, per quanto difficile, non lasciarsi prendere dall'esperienza personale per considerarla come regola generale. Questo rende appunto infondato e fuorviante ogni ragionamento. Dopo di che, l'eliminazione del nulla osta è già legge. Il danno è fatto. Lo si capirà tra un po', quando ci si dovrà leccare le ferite. Nel frattempo i problemi personali di molti avranno prevalso sulle esigenze organizzative e l'efficienza della PA.

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  3. Non vedo cosa ci sia di infondato! Forse la diffusione della competenza nella P. A. non farebbe crescere l'Italia? Quindi si vorrebbe negare ai dipendenti la possibilità di fornire un contributo alla performance della Nazione? È questo che sta dicendo? Credo proprio siano infondate le sue osservazioni, buona giornata

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  4. La mobilità con la diffusione della competenza non ha proprio nulla a che vedere. Confondere la personale pretesa o ambizione di avvicinarsi a casa con competenza, efficienza ed efficacia è solo un artificio sofistico. La mobilità liberalizzata è un grave smacco organizzativo. Non è un caso che sia rimasto, invece, il nulla osta nella sanità e nell'istruzione, per evitare la desertificazione degli uffici.

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