giovedì 29 luglio 2021

Mobilità: stop alla soppressione del nulla osta per gli enti locali

 Che la soppressione del "previo assenso" alla mobilità volontaria, prevista dalla novella all'articolo 30, comma 1, del d.lgs 165/2001 contenuta nell'articolo 3, comma 7, del d.l. 80/2021 fosse una norma avventata, se non velleitaria e dissennata, lo dimostra l'ultima parte della norma stessa. Infatti, ivi si esclude la soppressione di tale previo assenso (o nulla osta) per i comparti Sanità e Istruzione. Allo scopo evidente di scongiurare il caos in due comparti, che da soli cubano quasi la metà del numero complessivo dei dipendenti pubblici.

L'ulteriore conferma della poca meditazione e cura con la quale è stata pensata la norma (difetti, insieme alla frettolosità, che stanno caratterizzando in modo drammatico le ultime riforme) è data dal ripensamento parziale, previsto nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del d.l. 80/2021, nella commissione congiunta Affari e Giustizia in Senato (ne dà notizia Gianni Trovati su Il Sole 24 Ore del 29.7.2021, nell'articolo  "Pa, incarichi del Pnrr anche ai professionisti giovani o senza ordine").

Qualcuno deve essersi reso conto che la soppressione del nulla osta avrebbe determinato danni incalcolabili (https://luigioliveri.blogspot.com/2021/07/sono-la-soppressione-del-nulla-osta-per.html; https://luigioliveri.blogspot.com/2021/06/quel-pasticciaccio-brutto-della.html) nel sistema degli enti locali.

Dunque, è stato approvato un emendamento il cui scopo è ripristinare il nulla osta per gli enti locali.

Se, per un verso, l'emendamento è da accogliere come sana opera di ripensamento di una norma sicura fonte di inefficienze e caos, per altro verso è davvero preoccupante constatare come si formano le leggi.

A partire dalla qualità scadentissima della scrittura dell'articolo 10 del d.l. 44/2021, si ha la conferma che le attuali riforme siano scritte in fretta e furia, in piena ansia da prestazione da Pnrr, con pochissimi approfondimenti e ponderazione.

I dossier sono trattati con estremo dilettantismo, consultando più i social che i testi, i documenti, le statistiche.

Si consultano "esperti", che però difettano totalmente di esperienza di vita vissuta, intendendosi di operatività concreta negli specifici comparti, i cui consigli sono astratti, anzi avulsi dalla realtà, tanto da produrre norme che, come si nota, finiscono per essere scritte male e generare effetti opposti all'agognata semplificazione.

Talvolta capita che il Parlamento riesca a correggere le storture in sede di conversione di questi decreti legge "esxpress". Più spesso, invece, le norme frettolose, mal concepite e mal scritte, entrano nell'ordinamento e producono danni, perduranti nel tempo e difficili, poi, da rimediare.

La soppressione del nulla osta è una scelta totalmente sbagliata ed i tentennamenti del Legislatore lo dimostrano.

La morale, facile, è che non è possibile continuare a legiferare in questo modo. Non si vede, tuttavia, alcun segnale di modifiche radicali ad un metodo operativo che da troppi decenni è la fonte principale delle disfunzioni, in particolare della PA.

7 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo con lei caro Oliveri. Vedi il caos e i mostruosi rallentamenti nell'attività amministrativa provocati dall'introduzione dell'art. 27 bis (il famigerato PAUR) nel testo unico ambientale...

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  2. Caro sig.Olivieri penso che le attente riflessioni non siano state fatte neppure da Lei! Forse piuttosto che sentenziare l'inutilità della cancellazione del nulla osta dovrebbe chiedersi perché un dipendente degli enti locali aspira a una diversa amministrazione: motivi economici o motivi personali (distanza dalla famiglia, nuove aspirazioni professionali, ecc.). Mentre sui motivi personali nulla si può dire su quelli economici gli argomenti non mancherebbero: si chieda ad esempio perché ci debba essere una disparità di trattamento all'interno della PA. Passi tra settori diversi ma, la prego, ci spieghi per quale motivo un impiegato di un ministero debba avere un trattamento economico superiore. Caro sig.Olivieri spenda le sue energie e usi le sue abilità per appianare questo problema e vedrà che il problema della mobilità si risolverà da solo se non diventare marginale.

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    1. E' consigliabile leggere un po' di norme e contratti collettivi, per capire la realtà. Sempre che lo si intenda fare, ovviamente.

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    2. Adoro la lettura, ma anche Lei dovrebbe sforzarsi di capire che la realtà non è quella che spesso viene scritta ma quella che si vive giorno per giorno negli Enti! Provi a immedesimarsi in un dipendente che si trova 'intrappolato' da una norma che Lei vuole difendere e che comunque, per quanto male possa essere scritta, non abolisce il nulla osta ma impedisce alle Amministrazioni il libero arbitrio di decidere senza se e senza ma della vita di un dipendente. Per come è posta la recente modifica, gli Enti che hanno oggettive carenze di personale superiori al 20% possono negare il nulla osta. Non mi pare quindi che non sia stata considerata una sorta di tutela che evidentemente, meditando, il legislatore ha voluto lasciare per evitare "inefficienze e caos" che Lei ipotizza. In alternativa gli Enti possono altresì dichiarare "infungibile" il proprio dipendente! Facile per Lei che non vive quotidianamente la realtà di dipendente di un Ente locale giudicare solo un verso della medaglia.

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  3. Suggerisco di metter i nullaosta anche per i concorsi. Troppo comodo vincere un concorso e poi dopo il solo preavviso andarsene da un'amministrazione.
    Naturalmente la Penso in modo diametralmente opposto a Lei.
    Lunga vita...

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    1. Le norme dovrebbero promuovere un corretto rapporto di lavoro, non scaricare le inefficienze sui più deboli, lavorativamente parlando.
      Su questa realtà non c'è molto da ridere.

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