Una tempesta in un bicchiere d’acqua, almeno per gli enti locali. Il Piao non contiene, almeno nelle bozze circolate, l’indicazione fondamentale: l’elenco dei piani che dovrebbe sostituire.
Per quanto si è visto, è solo un assemblaggio dei piani della performance, dei fabbisogni del personale (con assorbimento del POLA sul lavoro agile) e dell’anticorruzione. Ma, per gli enti locali, l’elenco dei piani vigenti è ben più ponderoso:
Documento Unico di Programmazione
Programma triennale delle opere pubbliche
Programma biennale delle forniture e servizi
Piano triennale prevenzione della corruzione
Piano triennale pari opportunità
Piano triennale della transazione digitale
Programmazione attuativa del GDPR
Piano della transizione digitale
Piano triennale della trasparenza
Piano esecutivo di gestione
Piano dettagliato degli obiettivi
Piano della performance
Piano integrato dei conti, articolato in Piano finanziario, economico e patrimoniale
Piano esecutivo dell’investimento
Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio
Piano degli indicatori analitici e sintetici di bilancio
Piano triennale dei fabbisogni del personale
Piano delle alienazioni immobiliari
Piano triennale per la razionalizzazione delle dotazioni strumentali
Piano triennale delle azioni concrete per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni
Piano finanziario delle tariffe Tari
Piano generale impianti pubblicitari
Piano di riassetto per la razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione, delle società pubbliche
Piani triennali di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, di riordino e ristrutturazione amministrativa, di semplificazione e digitalizzazione, di riduzione dei costi della politica e di funzionamento, ivi compresi gli appalti di servizio, gli affidamenti alle partecipate e il ricorso alle consulenze attraverso persone giuridiche
Programma dei pagamenti
POLA, Piano organizzazione lavoro agile.
Sono evidenziati i piani e programmi che appaiono ricompresi nel nuovo PIAO. Non pare un risultato eccessivamente soddisfacente.
Se si aggiunge, poi, come inevitabile dato l’ordinamento contabile, il rinvio dell’adozione del Piao ai 30 giorni successivi l’adozione dei bilanci di previsione negli enti locali, che per il 2022 slitterà (come sempre) alla primavera, il Piao probabilmente sarà approvato a maggio. Approvare a metà anno un atto della programmazione annuale non appare mai una cosa nè utile, nè, soprattutto, seria
Non ci siamo
RispondiEliminaSe vogliamo trasformare la programmazione da mero adempimento ad atto di gestione manageriale di una organizzazione (pubblica o privata non deve più fare differenza) va superata la logica della scadenza. Quando si è pronti e ci sono tutte le condizioni per farlo, lo si approva. Inizio anno, metà anno, fine anno non importa.
RispondiEliminaQuesta almeno la mia opinione.
Come al solito un documento di programmazione progettato per i Ministeri viene "traslato" anche sugli Enti locali, dove gli strumenti sono articolati su più livelli. Linee programmatiche (e Piano strategico se CM), DUP, Piano della performance e allegati. Pertanto il Piao non può funzionare, al massimo è un collage...
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