giovedì 23 dicembre 2021

"Esperienza professionale" contro "anzianità". L'eterno equivoco dei contratti collettivi

Sia chiaro: chi scrive ripristinerebbe gli scatti di anzianità, del resto mai abbandonati dal "privato". Strano: il "privato viene sempre scimmiottato, quando sono da seguire "esempi", che in realtà sono esistenti solo nelle menti di certi consulenti (si veda l'assurdità dei sistemi di programmazione e valutazione pubblici, che mai nessun privato si sognerebbe di utilizzare); quando si tratta di riconoscere incrementi progressivi, invece di seguire la prassi semplice dello scatto di anzianità (che per altro nella PA resta in larghe fasce, si pensi ai docenti delle scuole e a molti dipendenti non contrattualizzati), si creano folli procedure, complesse e foriere sempre di contenzioso come le "progressioni orizzontali". 

La contrattazione collettiva, compresa la preintesa sul Ccnl Funzioni Centrali recentemente siglata, in tema di progressioni orizzontali ripropone, tra gli elementi da considerare ai fini della selezione dei dipendenti ai quali assegnare aumenti economici, la "esperienza professionale"; che è altra cosa rispetto all'anzianità. Nella perfetta consapevolezza che, sotto anche la spinta delle organizzazioni sindacali, nella prassi tutti fanno riferimento all'anzianità: la forma è salva, la sostanza ne è totalmente diversa e tutti sono contenti.

Certo, è più comodo e semplice non sforzarsi e appiattire il concetto di esperienza sul mero evento fisico-biologico del passare degli anni. Tuttavia, non è mai commendevole attuare le norme violandole, per la propria comodità. 

Di seguito, un evergreen che torna d'attualità con la preintesa delle Funzioni Centrali.

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