Le parole sono importanti, specie quando si scrivono. Il Consiglio di stato si è pronunciato sullo schema di dPR, previsto dall'articolo 6 del d.l. 80/2021, col quale innescare l'adozione del Piao indicando quali piani sono da esso sostituiti e quali norme di settore, conseguentemente, abrogate e sostituite.
Un parere, il 506/2022, composto da ben 24 pagine, che si conclude così: "Conclusivamente, per le considerazioni che si sono sin qui esposte, anche in ragione di quanto è risultato dall’analisi dello schema di regolamento e dalla conoscenza dello schema di decreto ministeriale relativo al Piano tipo, la Sezione ritiene di poter esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante “Individuazione e abrogazione degli adempimenti relativi ai Piani assorbiti dal Piano integrato di attività e organizzazione ai sensi dell’articolo 6, comma 5, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2021, n. 113,”, a condizione che sia riformulato nel senso dianzi esposto e nel presupposto di una sua integrazione, di natura normativa, con il decreto ministeriale".
Torniamo ad affermarlo: le parole sono importanti. Ora, le 24 pagine sono condivisibilmente intrise di una quantità senza pari di osservazioni, critiche, evidenziazioni di lacune ed incoerenze, stigmatizzazioni di imprecisioni, sottolineature di errori, indicazioni di possibili conseguenze negative, tra le quali la principale è rendere il Piao un mero ed ennesimo adempimento burocratico.
Ma, allora, perchè esprimere "parere favorevole"? Per consentire, poi, a qualcuno di andare sui media generalisti ed affermare che uno schema di dPR totalmente deficitario è stato comunque approvato dal Consiglio di stato e quindi tutto procede magnificamente sulla strada della semplificazione?
In effetti, il parere favorevole è condizionato: Palazzo Spada chiede che lo schema di dPR sia "riformulato", cioè praticamente riscritto da zero.
Ma, allora, è un parere negativo. Che chiunque abbia letto l'articolo 6 del d.l. 80/2021 e lo schema di dPR esprimerebbe, talmente la norma è inefficiente, velleitaria e deficitaria.
Il rischio, lo evidenziamo da mesi, è che il Piao sia pura forma: un mero contenitore di altri piani, che non semplifica nulla, perchè per semplificare occorre eliminare i termini di un'espressione e non raccoglierli in parentesi graffa.
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