Vice segretari incaricati come segretari comunali fino al 2024, senza selezione e concorsi, iscritti nella categoria corrispondente alla sede di segreteria del comune che li coopta.
La regione Sardegna, con un emendamento al progetto di legge 314 “Interventi vari in materia di enti locali della Sardegna” intende rimediare alla carenza di segretari comunali. Un intervento ancor più ampio e drastico a quello, similare, previsto dall’articolo 16-ter, commi 9 e 10, del decreto legge 162/2019, convertito in legge 8/2020. Infatti, la normativa statale consente di coprire le sedi di segreteria con i funzionari incaricati come vicari solo nei piccoli comuni, fino a 5.000 abitanti, o in sedi convenzionate fino a 10.000 abitanti.
L’emendamento presentato alla legge regionale sarda andrebbe ben oltre: prevede che “nelle more di una riforma dell’ordinamento regionale dei segretari comunali e provinciali, e comunque non oltre il 31 dicembre 2024, gli istruttori direttivi e i funzionari di ruolo dei comuni e delle province della Sardegna, in possesso dei diplomi di laurea di cui all’articolo 13, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 465 del 1997, che ne facciano richiesta all’Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali e che ricoprano o abbiano ricoperto alla data di pubblicazione della presente legge l’incarico di vicesegretario, sono iscritti all’Albo dei segretari comunali e provinciali – Sezione regionale Sardegna, nella fascia di appartenenza del comune o della provincia ove prevalentemente abbiano svolto l’incarico”.
Una vera e propria promozione sul campo, anche in incarichi che potrebbero essere ricoperti solo da segretari di fascia A o B, senza doversi sottoporre alle complesse e severe procedure selettive previste per l’accesso all’albo.
Il tutto, mentre da un lato molti segretari vincitori dei concorsi aspettano ancora la chiamata (oggettivamente, il problema della continuità territoriale con la Sardegna non facilita la copertura delle sedi dei comuni dell’isola), e dall’altro il Governo si accinge ad approvare una riforma del testo unico degli enti locali, all’insegna della “valorizzazione” del ruolo e delle funzioni dei segretari comunali, che passerebbe anche da una “riorganizzazione delle carriere dei segretari comunali ..., anche attraverso l’individuazione di peculiari percorsi selettivi e formativi in linea con l’elevata qualificazione giuridica ed economica”.
Non sembra che la cooptazione di funzionari, come immaginata dall’emendamento all’iniziativa regionale della Sardegna, corrisponda all’intento di rivedere le carriere, puntando su percorsi selettivi e formativi corrispondenti alla delicatezza ed ampiezza delle funzioni connesse alla figura.
L’ordinamento dei segretari comunali, anche a causa dei blocchi delle assunzioni degli anni scorsi e della lentezza delle procedure selettive, da cui è derivata una larghissima insufficienza rispetto alle sedi da coprire, è periodicamente oggetto di pulsioni verso la cooptazione fiduciaria. Specie a seguito dell’introduzione dell’estesissimo spoil system, operato nel 1997 con la legge Bassanini. Cooptare senza concorsi è certo più semplice ed immediato per coprire le sedi vacanti. Si tratta solo di capire quale coerenza vi sia tra gli intenti di valorizzazione della figura e norme volte, invece, a chiamare senza selezione e con ampio spazio a scelte fiduciarie degli organi politici.
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