Concordo, e aggiungo che è semplicemente increscioso e fuori dalla realtà che le parti dei contratti nazionali delle Funzioni Locali continuino a trattare il caso degli enti senza dirigenza come un'eccezione in deroga, e continuino ad ignorare le tante disfunzioni e controversie causate dalla comunanza dell'inquadramento tra funzionari P.O. (ora E.Q.) con funzioni dirigenziali apicali e funzionari non E.Q.. Una fra tutte, il fatto che nelle selezioni per le progressioni economiche, le selezioni e le graduatorie della categoria D, oggi area dei Funzionari ed E.Q., continuino ad essere (o a potere essere) comuni tra apicali e loro collaboratori, vale a dire tra valutatori e valutati che competono nella medesima selezione. Senza parlare di quanto l'assenza di un inquadramento per gli apicali non dirigenti e la conseguente estrema precarizzazione degli incarichi P.O./E.Q. presti il fianco ad abusi (in molti enti senza dirigenti vige la prassi di incarichi apicali per pochi mesi, e sono frequenti i casi dei mancati rinnovi per ragioni “spurie” e il conseguente diffuso contenzioso). In queste condizioni si trova la stragrande maggioranza degli enti del comparto (a spanne almeno il 90%). Come può l'Aran continuare ad ignorarlo, anche dopo avere ricevuto un indirizzo ministeriale peraltro coerente con una norma di legge (il nuovo comma 1-bis dell'articolo 52 del d.lgs. 165/2001) la cui attuazione avrebbe dovuto e potuto risolvere finalmente questa annosa questione? Come possono le rappresentanze sindacali continuare ad accettarlo proprio nell'unico comparto nel quale è presente e diffuso l'assetto senza dirigenza e quindi il fenomeno degli apicali equiordinati ai loro collaboratori (che tornano ad essere collaboratori anche solo per scadenza del termine dell'incarico che aveva attribuito loro le funzioni dirigenziali e la responsabilità ultima della gestione dell'ente e del suo personale)?
Concordo, e aggiungo che è semplicemente increscioso e fuori dalla realtà che le parti dei contratti nazionali delle Funzioni Locali continuino a trattare il caso degli enti senza dirigenza come un'eccezione in deroga, e continuino ad ignorare le tante disfunzioni e controversie causate dalla comunanza dell'inquadramento tra funzionari P.O. (ora E.Q.) con funzioni dirigenziali apicali e funzionari non E.Q.. Una fra tutte, il fatto che nelle selezioni per le progressioni economiche, le selezioni e le graduatorie della categoria D, oggi area dei Funzionari ed E.Q., continuino ad essere (o a potere essere) comuni tra apicali e loro collaboratori, vale a dire tra valutatori e valutati che competono nella medesima selezione. Senza parlare di quanto l'assenza di un inquadramento per gli apicali non dirigenti e la conseguente estrema precarizzazione degli incarichi P.O./E.Q. presti il fianco ad abusi (in molti enti senza dirigenti vige la prassi di incarichi apicali per pochi mesi, e sono frequenti i casi dei mancati rinnovi per ragioni “spurie” e il conseguente diffuso contenzioso). In queste condizioni si trova la stragrande maggioranza degli enti del comparto (a spanne almeno il 90%). Come può l'Aran continuare ad ignorarlo, anche dopo avere ricevuto un indirizzo ministeriale peraltro coerente con una norma di legge (il nuovo comma 1-bis dell'articolo 52 del d.lgs. 165/2001) la cui attuazione avrebbe dovuto e potuto risolvere finalmente questa annosa questione? Come possono le rappresentanze sindacali continuare ad accettarlo proprio nell'unico comparto nel quale è presente e diffuso l'assetto senza dirigenza e quindi il fenomeno degli apicali equiordinati ai loro collaboratori (che tornano ad essere collaboratori anche solo per scadenza del termine dell'incarico che aveva attribuito loro le funzioni dirigenziali e la responsabilità ultima della gestione dell'ente e del suo personale)?
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