giovedì 19 gennaio 2023

Il ritorno delle province? Ma perchè chi ne ha causato il disastro della loro riforma non è chiamato a risponderne?

 Su NT+ del 19.1.2023, Gianni Trovati ci ricorda che la disastrosa riforma targata Delrio, spacciata come strumento per la razionalizzazione ed il contenimento della spesa, non ha mai avuto alcuna concreta efficacia:



Non è certamente una scoperta di oggi: chi scrive ebbe a rilevarlo moltissime volte, mentre lo sfacelo era in atto.

A distanza di quasi dieci anni dalla devastazione del sistema locale, che non ha prodotto nessuna maggiore efficienza, nessuna revisione della spesa, nessuna riduzione delle imposte, nessuna realizzazione di nuove infrastrutture (la fandonia dei 1000 asili nido era appunto una fandonia), si pensa di tornare indietro.

Il sistema elettorale di secondo grado, con i presidenti eletti dai consigli dei comuni del territorio ogni 4 anni, ed i consiglieri con la folle scadenza biennale, ha creato dei mostri istituzionali: si tratta di enti rappresentativi della popolazione, ma la popolazione non dispone del diritto di eleggere i rappresentati.

Quindi, la riforma della riforma mira innanzitutto al ripristino dell'elezione diretta. Ma, il problema vero è un altro: dopo la devastazione operata da Delrio, la gran parte delle funzioni e competenze delle province sono andate disperse, come del resto oltre la metà del personale.

Sono sparite, quindi, conoscenze, competenze, strutture, abilità strumenti. Soprattutto, le province e le città metropolitane, nate morte, hanno arrancato sempre sul filo del dissesto, private delle risorse necessarie.

Il ripristino delle funzioni implicherebbe una revisione a 180 gradi del disastro finanziario che ha accompagnato il disastro ordinamentale, cioè l'impianto a suo tempo pensato dall'allora Ministro Padoan, che non garantì nessuna riduzione delle tasse, ma semplicemente dimezzò le entrate delle province, girandole allo Stato. In una situazione di crisi finanziaria come l'attuale, immaginare che lo Stato possa rinunciare a quelle risorse, per quanto non elevatissime, è senza fondamento.

Se le province saranno in qualche misura ripristinate, resteranno i fantasmi che sono divenuti: un simbolo al populismo, alla presunzione, all'inefficienza, all'insipienza, all'incompetenza di chi ha chiesto, sostenuto, appoggiato, pensato e strutturato tale riforma. Un insieme di soggetti che in un Paese davvero capace di guardare al merito e ai risultati sarebbe stato allontanato per sempre da qualsiasi ambito politico e gestionale pubblico.

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