venerdì 27 dicembre 2013

il ddl sulle province crea un caos inestricabile

 

Altro che semplificazione: il ddl sulle province crea un caos inestricabile

 

 

 

Più si analizza il ddl Delrio, più si trova conferma del pressappochismo che lo caratterizza e della dannosità della norma, capace solo di produrre un effetto di irrimediabile caos.

 

Senza tornare su analisi in merito alla certa assenza di rilevabili e rilevanti benefici di risparmio, del resto non “quotati” né nel disegno di legge, né nelle relazioni allegate, a conferma che le cifre indicate dal Ministro Delrio sono buone solo per la propaganda nei media, basta soffermarsi brevemente sugli scenari, legati agli enti e alle funzioni.

 

Così risulta planare e comprensibile a chiunque che l’iniziativa normativa, concepita e formulata in modo imperdonabilmente scadente, al contrario di produrre gli effetti di “semplificazione” e “razionalizzazione” che vengono spacciati, sortisce risultati diametralmente opposti.

 

Scenario ordinamentale. Quali sono gli enti che derivano dalla riforma.

 

Ad oggi, l’ordinamento locale è composto da (limitandosi ai soli enti previsti dal d.lgs 267/2000, senza considerare Aato, consorzi imbriferi, etc…):

 

  1. comuni

  2. province

  3. unioni di comuni

  4. comunità montane (e già: non sono state soppresse…);

  5. consorzi di funzioni.

 

Dopo l’entrata in vigore del ddl Delrio questo sarà il quadro:

 

  1. comuni

  2. città metropolitane, di cui

    1. città metropolitane previste dalla normativa statale (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria)

    2. città metropolitane delle regioni a statuto speciale (Palermo, Catania, Messina, Trieste, Cagliari)

    3. città metropolitane eventuali, per province con popolazione superiore al milione di abitanti (Brescia, Bergamo e Salerno)

    4. città metropolitane eventuali, per province tra loro confinanti, con popolazione di almeno 1,5 milioni di abitanti (possibili Treviso+Padova, Verona+Vicenza, Monza-Brianza+Varese);

  3. province, di cui:

    1. province “svuotate”

    2. province “svuotate” eventualmente costituite su iniziativa di comuni che non intendano far parte delle città metropolitane;

  4. unioni di comuni

  5. comunità montane

  6. consorzi di funzioni.

 

Scenario funzionale. Come si distribuiscono le competenze.

 

Il sistema di redistribuzione delle competenze ipotizzato dal ddl Delrio rasenta davvero il castello kafkiano.

 

Le funzioni provinciali saranno così redistribuite:

 

Funzioni

Ente

Condizioni

Ente subentrante

funzioni fondamentali previste dalla legge 42/20091

 

Città metropolitane “proprie”

Effetto diretto della legge

\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

Città metropolitane delle regioni a statuto speciale

Costituzione per legge regionale

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Città metropolitane eventuali

Costituzione con legge statale, ex art. 133 Cost

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Funzioni fondamentali ridotte (ex ddl Delrio)2

Province “svuotate”

Effetto del ddl Delrio

\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

Province “svuotate” derivanti dalla fuoriuscita dalle città metropolitane

Procedura di uscita dalle città metropolitane

\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

Altre funzioni non fondamentali

Città metropolitane “proprie”

Effetto diretto della legge

\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

Città metropolitane delle regioni a statuto speciale

Città metropolitane eventuali

Costituzione per legge regionale

Costituzione con legge statale, ex art. 133 Cost

\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\

Province svuotate

 

Province “svuotate” derivanti dalla fuoriuscita dalle città metropolitane

  • Leggi statali, per la redistribuzione delle funzioni discendenti da attribuzioni dello Stato;

  • Leggi regionali, per la redistribuzione delle funzioni attribuite dalle regioni;

  • Accordo in Conferenza unificata per individuare le funzioni;

  • Dpcm per individuare i criteri per il trasferimento delle risorse strumentali, patrimoniali, finanziarie e del personale;

  • Legge delegata per la modifica della finanza locale

  • Comuni

  • Unioni di comuni

  • Deleghe di comuni a Unioni

  • Deleghe di Unioni a Comuni

  • Regioni

  • Province svuotate

  • Province “svuotate” derivanti dalla fuoriuscita dalle città metropolitane

 

Lo capisce chiunque che si tratta di un caos al di fuori di qualsiasi capacità razionale, per altro esasperato dalla certezza che ciascuna regione disciplinerà gli assetti delle funzioni e delle competenze in modo diverso ciascuna dall’altra.

 

In più, resta anche il “nodo” particolare delle funzioni concernenti il mercato del lavoro, che non si sa se resteranno alle province, o se andranno ad agenzie statali o regionali o in che altro modo saranno organizzate.

 

Ognuno tragga le sue conclusioni. Non abbiamo voluto riportare l’ulteriore complicazione dei criteri in base ai quali le funzioni possono essere distribuite tra i vari enti.

 

Affermare, dunque, che si tratti di semplificazione e razionalizzazione significa, semplicemente, raccontare il falso. Il tutto è una storia di straordinaria follia demagogica ed istituzionale.

 

1 a) funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall'ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge;

b) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresa l'edilizia scolastica;

c) funzioni nel campo dei trasporti;

d) funzioni riguardanti la gestione del territorio;

e) funzioni nel campo della tutela ambientale;

f) funzioni nel campo dello sviluppo economico relative ai servizi del mercato del lavoro.

 

2 a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza;

b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;

c) programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale (eventuale gestione dell’edilizia scolastica, sulla base di convenzioni con i comuni);

d) raccolta ed elaborazione dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali.

 

2 commenti:

  1. un Paese che non riuscirà mai a rialzare il capo se non si cambia rotta e ci rendiamo conto, soprattutto una certa classe politica,che siamo ormai anacronistici rispetto ai tempi e ancor di più lo è la classe sopra detta che appare assolutamente incompetente e indegna delle intelligenze di molti cittadini che amministrano. Purtroppo resta il rammarico, ormai vissuto e rivissuto che nonostante i danni fatti nel passato e quelli attuali gli"stessi" vengono sempre riproposti ed in qualche modo ce li ritroviamo sempre davanti e dobbiamo subire scelte a volte scellerate, come nel caso delle Province.

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