La funzione attribuita alle province in merito al "controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale" rasenta il paradosso. Alle province si intende sottrarre la funzione delle politiche del lavoro, che probabilmente dovrebbe confluire in una nuova agenzia, ma, incredibilmente, si assegna loro, per giunta come funzione fondamentale, uno spicchio di competenza connesso appunto al lavoro. Per altro, connesso ad una materia che con la politica attiva, cioè il compimento di azioni che aiutino i lavoratori a risultare spendibili nel mercato del lavoro e le aziende nella ricerca, non ha nulla a che vedere. Infatti, il “controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale”, attiene alla contrattualistica del lavoro, ai rapporti già instaurati ed al loro modo di regolarli ed attuarli, in ambito aziendale. Richiede, dunque, poteri di ingerenza nell’autonomia dei privati e nell’organizzazione aziendale, cui dovrebbero fare fronte obblighi specifici imposti ai datori, che possano essere oggetto di controllo.
Ma, queste funzioni dovrebbero attenere alle competenze dei servizi ispettivi, operanti presso le direzioni territoriali del lavoro. Assegnarle alle province ed ai centri per l’impiego, per altro ben sapendo dell’imminenza della loro profonda riforma, rappresenta un altro indice del velleitarismo del ddl di riforma delle province.
L'ha ribloggato su RIFLESSIONI ATTENTEe ha commentato:
RispondiEliminaCome al solito in Italia,se non si ingarbugliano un po' le cose i pollitici non sono contenti, così avranno la scusa per sbrogliare le intricate matasse nel corso di lunghi anni,stipendiati a spese nostre! :-((
[…] - 29 marzo 2014 – Riforma #province Paradossale competenza sul controllo dei fenomeni discriminatori occupazionali #lavoro di Luigi […]
RispondiElimina