Torniamo sul processo di
ricollocazione dei dipendenti soprannumerari delle province, dopo che la
Funzione Pubblica ha pubblicato sul portale mobilita.gov.it i dati delle
rilevazioni.
L’impressione espressa
nei giorni scorsi che si trattasse di un gigantesco fallimento è confermata
definitivamente.
Ovviamente, la grande stampa, a
partire dagli stessi dati, ha affermato esattamente il contrario. Su Il Sole 24
Ore di venerdì 12 marzo, nell’articolo “Province e Croce rossa, la mappa delle
mobilità” si legge: “Il modello messo in
campo con il portale mobilità ha visto partecipare 5.358 amministrazioni, pari
al 52,2% del totale, a
dimostrazione del potenziale del sistema che, in prospettiva, sarà
utilizzato per gestire gli esuberi delle società partecipate e delle Camere di
commercio”.
Insomma, una magnificazione del “sistema”,
del quale si menziona il “potenziale”, con l’intenzione di dare al lettore il
messaggio che tutto abbia funzionato a dovere.
Purtroppo, le cose non stanno
assolutamente in questo modo. Partiamo dal dato sempre menzionato dall’articolo
citato. Le amministrazioni pubbliche che hanno conferito i dati dei posti
disponibili, come si è visto, sono state il 52,2% del totale. Questo dato, lo
capirebbe anche un bambino, lungi dal dimostrare il “potenziale”, certifica il
fallimento completo dell’operazione: solo poco più della metà delle
amministrazioni obbligate, infatti, ha reso disponibili i posti per la
ricollocazione. Il 47,8% non ha caricato sul portale nemmeno un posto! Pur
essendovi un evidente obbligo normativo.
Si tratta di un dato positivo o
negativo, constatare che quasi la metà delle amministrazioni hanno inadempiuto
ad un obbligo?
Il sistema avrebbe realmente
delle potenzialità se vi fossero strumenti di controllo e sanzione nei
confronti delle amministrazioni obbligate a coprire i posti vacanti. Se una
cosa è, invece, mancata assolutamente è stata proprio il governo dei dati.
Solo col DM 14.9.2015, a 9 mesi
di distanza dall’entrata in vigore della scellerata legge 190/2014, si è
provato ad inserire una norma posta ad un sia pur blando controllo. E’ l’articolo
11, comma 2, (del quale nessuno ha memoria), ai sensi del quale “I prefetti preposti agli Uffici territoriali
di governo vigilano sul corretto svolgimento degli adempimenti di cui al
presente decreto da parte degli enti locali, adottando, ove necessario, gli atti
di competenza finalizzati a definire la domanda e l'offerta di mobilita' in
stretta collaborazione con il Dipartimento. Gli stessi prefetti vigilano
altresi' sul rispetto del divieto di effettuare assunzioni a tempo
indeterminato previsto, a pena di nullita', dal comma 424 e dal comma 425”.
I prefetti avranno anche
vigilato, ma è sfuggito loro il dato clamoroso che quasi la metà delle
amministrazioni non ha caricato alcun posto disponibile.
Vi saranno sanzioni per i
prefetti un po’ distratti? Inutile nemmeno chiederselo. E per le
amministrazioni che hanno occultato i dati? Niente, non vi sarà alcuna
conseguenza. Ma, consoliamoci: il sistema ha dimostrato tutta la sua
potenzialità. Sì, quella di nascondere i dati.
Guardiamo alla composizione dei
posti che gentilmente poco più della metà delle amministrazioni obbligate ha
ritenuto di caricare:
Tab.
2.1 – Dipendenti degli enti di area vasta in mobilità selezionati per il
ricollocamento
per
tipologia di Amministrazione
di destinazione
|
||
TIPOLOGIA
|
PROFILI
SELEZIONATI
|
|
PRESIDENZA
CONSIGLIO MINISTRI E MINISTERI
|
1155
|
|
ENTI
PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI
|
193
|
|
ENTI
PUBBLICI NON ECONOMICI NAZIONALI
|
153
|
|
UNIVERSITA'
|
85
|
|
AUTOMOBILE
CLUB
|
2
|
|
ORDINI
E COLLEGI PROFESSIONALI
|
1
|
|
REGIONI
E PROVINCE AUTONOME
|
4
|
|
ENTI
REGIONALI
|
7
|
|
COMUNI
|
1589
|
|
CONSORZI,
ASSOCIAZIONI, COMPRENSORI E UNIONI DI ENTI LOCALI
|
11
|
|
ALTRI
ENTI LOCALI
|
1
|
|
ENTI
DEL COMPARTO SANITA'
|
4
|
|
Totale
|
3205
|
Qualcuno crede davvero che i
comuni abbiano solo 1589 posti disponibili? Ribadiamo quanto abbiamo ricordato
poche settimane fa: andando a controllare i flussi delle assunzioni complessivi
nel settore pubblico degli anni precedenti accedendo al Conto annuale, si
constata che annualmente vi sono state fino al 2014 circa 14.000 assunzioni per
concorso nei comparti chiamati ad assorbire i sovrannumerari e quasi il doppio
di assunzioni per mobilità. Solo restando al mondo dei comuni, nel 2014 vi sono
state 2167 assunzioni per concorso e 3766 per mobilità. Il dato rilevato,
dunque, è certamente falsato ed insufficiente. I posti disponibili presso le
amministrazioni sono sicuramente molti ma molti di più.
Infatti, quasi la metà delle
amministrazioni non ha risposto, mentre è assai probabile che anche le
amministrazioni degnatesi di caricare i posti disponibili nel sistema non li
abbiano inseriti tutti.
Così, non solo si è consentito
che poco meno della metà delle amministrazioni violasse senza alcuna
conseguenza gli obblighi normativi, ma si è creato uno spaventoso mismatching tra posti disponibili e
personale soprannumerario, come dimostra la successiva tabella, faticosamente
ricostruita perché il report redatto dal Palazzo Vidoni non l’ha elaborata:
Tab.
2.4 – Personale destinatario delle procedure di mobilità per Regione
|
|||||||||
REGIONE
|
PERSONALE
DESTINATARIO PROCEDURE DI MOBILITÀ
|
Posti disponibili
|
differenza
|
||||||
ABRUZZO
|
209
|
273
|
64
|
||||||
BASILICATA
|
128
|
65
|
-63
|
||||||
CALABRIA
|
72
|
44
|
-28
|
||||||
CAMPANIA
|
279
|
151
|
-128
|
||||||
EMILIA
ROMAGNA
|
9
|
54
|
45
|
||||||
LAZIO
|
17
|
163
|
146
|
||||||
LIGURIA
|
71
|
179
|
108
|
||||||
LOMBARDIA
|
259
|
1361
|
1102
|
||||||
MARCHE
|
8
|
86
|
78
|
||||||
MOLISE
|
65
|
44
|
-21
|
||||||
PIEMONTE
|
10
|
46
|
36
|
||||||
PUGLIA
|
335
|
306
|
-29
|
||||||
TOSCANA
|
55
|
245
|
190
|
||||||
UMBRIA
|
111
|
95
|
-16
|
||||||
VENETO
|
16
|
93
|
77
|
||||||
Totale
|
1644
|
3205
|
Fonte: rielaborazione su dati
della Funzione Pubblica
Come si nota, su 15 regioni, in
ben 6 (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Umbria) i posti resi
disponibili dalle pubbliche amministrazioni sono inferiori al numero dei
dipendenti in sovrannumero.
Questo è un gravissimo problema:
in quelle sei regioni lo sblocco delle assunzioni per le amministrazioni
rischia di restare una chimera e, comunque, nessuno ha pensato a quale possa
essere la contromisura per un’ipotesi del genere che, pure, era facilissimo
predire.
Ma, non si tratta dell’unico
problema creato dal modo al limite dell’improvvisazione col quale è stato
gestito il problema della ricollocazione. C’è anche il mismatching territoriale per qualifiche. Per esempio, nel Veneto
risulta in sovrannumero un dirigente, ma non c’è la disponibilità di alcun
dirigente in tutta la regione.
Il report pubblicato da Palazzo
Vidoni non contiene dati aggregati, per cui solo navigando tra gli elenchi si
constata come vi sia una chiara difficoltà di far combaciare domanda ed offerta
di mobilità sul piano delle competenze professionali e dell’inquadramento
giuridico.
La controprova delle difficoltà
e del fallimento del sistema la si avrà nel corso di questo mese, quando i
dipendenti soprannumerari dovranno esprimere le preferenze, scegliendo gli enti
nei quali ricollocarsi. E’ evidente che nelle 6 regioni nelle quali i
sovrannuumerari eccedono i posti disponibili non si riuscirà a ricollocarli
tutti, ma anche nelle regioni in cui i posti siano sovrabbondanti rispetto ai
dipendenti in sovrannumero il problema si porrà certamente, proprio perché le
qualifiche non combaciano tra domanda e offerta.
C’è, ancora, un ulteriore
problema, quello “logistico”. Ragionare solo in termine di quantità dei dati è
sbagliato. Occorre anche tenere presente della “qualità”. E’ piuttosto evidente
che i posti resi disponibili da piccoli comuni del territorio saranno poco
appetibili e scelti solo da chi abbia convenienze appunto logistiche. Eppure, i
posti messi a disposizione dalle amministrazioni più grandi e, in particolare,
dai comuni capoluogo, appaiono davvero pochi.
Per quanto la grande stampa
tenda a far apparire come risolto il problema dei soprannumerari, siamo,
invece, ancora lontanissimi dalla sua conclusione.
Poiché le premesse sono queste,
l’avvio di simile modo di operare per la ricollocazione di altri dipendenti
apre le porte al disastro. Evidentemente, non si è capito che laddove si
intenda realizzare una tutto sommato corretta operazione di redistribuzione
della forza lavoro all’interno della pubblica amministrazione si deve compiere
il censimento prima e non dopo aver collocato i dipendenti interessati in
sovrannumero; soprattutto, non è possibile lasciare alle amministrazioni la
facoltà di caricare i dati in modo volontario e senza conseguenze. Le
amministrazioni dovrebbero essere obbligate ad inserire tutti i posti vacanti
delle dotazioni organiche, specificando il tetto complessivo della spesa cui
sono soggette ai fini di nuove assunzioni. Poiché le dotazioni debbono essere
pubblicate, sarebbero possibili controlli diffusi, da parte di un’unità da
preporre ad una verifica reale del processo, al posto dei prefetti che non
hanno avuto modo di controllare alcunché.
Se questo non sarà, se si
continuerà sulla strada improvvisata sin qui seguita, i risultati non potranno
che essere quelli sin qui visti.
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