martedì 20 ottobre 2020

Smart working nella PA: a volte ritorna

Non pare siano stati fatti molti passi avanti sull’organizzazione del lavoro. Le amministrazioni incapaci di individuare compiti e task da assegnare e valutare ai dipendenti, convinte che il lavoro sia quel segmento orario nel quale si svolgono attività eterogenee ed indeterminabili tra una timbratura e l’altra, erano contentissime di non dover più curarsi del lavoro agile.

Adesso, ritorna la necessità di capire chi svolge compiti, come, con quali mezzi, con quale idoneità per il lavoro agile e, dunque, si torna a porre il problema di come costruire un sistema capace di indicare ad una persona cosa fare, anche se non timbra e non è nella sede di lavoro.

Dovrebbe essere semplice, in un mondo normale.

1 commento:

  1. Purtroppo la parte politica della PA non ricorda, o se lo ricorda non lo ha digerito, la separazione tra indirizzo e loro realizzazione da parte dell'apparato che non è di competenze, ma di compiti.
    E, non sapendo alcunché di come un obiettivo può essere raggiunto, pensa di poter organizzare gli uffici "ad libitum", generando solo caos

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