Sui giornali si dà un grandissimo risalto al dato sul "costo" dei dirigenti provinciali, fornito dalla deliberazione della Corte dei conti, Sezione Autonomie 16/2015, che è semplicemente fuorviante.
La deliberazione, traendo i dati dal Conto annuale del personale del 2013, informa che la spesa media per i dirigenti delle province sarebbe di euro 97.444, per le regioni di euro 89.748 e per i comuni di euro 85.075. Tutti i giornali hanno suonato la grancassa, sottolineando il paradosso di enti di fatto agonizzanti che pagano i propri dirigenti più di altri.
Nessuno, però, ha guardato come la magistratura contabile ha computato tale spesa media, nonostante sia indicato nelle note delle tabelle, ove si legge che si ottiene dal rapporto tra la spesa netta e le “unità annue”, le quali, a loro volta, sono la somma dei mesi lavorati dal personale dirigenziale, divisa per 12 mensilità. Basta, quindi, che in un certo anno il computo dei mesi lavorati, fortemente influenzato dalla quantità totale dei dirigenti e da eventi di assenza, si modifichi, per ottenere dati completamente diversi.
In ogni caso, la “spesa media” a cui si riferisce la delibera della Sezione Autonomie non è la retribuzione media dei dirigenti.
Se si va a dare un’occhiata al Conto nazionale del personale in rete, si scopre che manca un filtro per le retribuzioni medie per comparto. Con estrema pazienza, tuttavia, è possibile estrarre la retribuzione media dei dirigenti ente per ente. Si scopre, allora, che la retribuzione media dei dirigenti provinciali è di euro 95.937, molto più bassa della retribuzione media dei dirigenti delle regioni a statuto ordinario, che risulta di euro 100.084. Anche la retribuzione media dei dirigenti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome è più alta di quelle dei dirigenti provinciali, perché ammonta ad euro 98.149.
In allegato le tabelle elaborate in base ai dati del Conto del personale 2013.
Non trovo più il dr. Oliveri su Twitter! Mi manca!
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