Ricordiamo l'autosospensione dalla carica del sindaco di Milano, Giuseppe Sala? Era un istituto del tutto inesistente, una bolla mediatica per fare pressione sui media ed ottenere l'effetto voluto di far presentare il sindaco vittima di circostanze esterne.
All'autosospensione immaginaria, adesso, si aggiunge a Roma l'immaginazione al cubo. Infatti, l'assessore all'urbanistica presenta le dimissioni che sono state accettate "con riserva". Altra invenzione di istituti inesistenti.
Le dimissioni sono un atto unilaterale, cioè disposto dal solo soggetto che si dimette. Essendo unilaterale, non occorre alcuna prestazione di consenso da parte del soggetto destinatario della dichiarazione di dimissioni, perchè queste producano efficacia. Anzi, le dimissioni oltre ad essere un atto unilaterale, sono anche atto "recettizio": producono immediatamente effetto non appena giungano alla conoscenza del destinatario. Tanto che l'eventuale revoca delle dimissioni le priva di effetto solo se portate alla conoscenza del destinatario prima delle dimissioni stesse.
Perchè le dimissioni siano soggette ad "accettazione" occorre una norma speciale. Andando a spulciare il contenuto del d.lgs 267/2000, cioè l'ordinamento degli enti locali che disciplina lo status degli amministratori dei comuni, non c'è modo alcuno di trovare una regola speciale che condizioni l'efficacia delle dimissioni degli assessori ad accettazione del sindaco. Qualora questa normativa speciale fosse contenuta nello statuto o nel regolamento di funzionamento della giunta, sarebbe da considerare del tutto illegittima e da disapplicare, perchè ai sensi dell'articolo 117, comma 2, lettera p), della Costituzione c'è una riserva assoluta di legge proprio sulla disciplina degli organi di governo locale.
Di conseguenza, l'accettazione delle dimissioni dell'assessore non esiste; come non esiste, al cubo, l'accettazione con riserva. Non è evidentemente possibile imporre a qualcuno la permanenza in un lavoro o ruolo o funzione che non intenda svolgere.
Ma, ormai, nei comuni, specie quelli di grandi dimensioni, il diritto è divenuto pura opinione, una sensazione o un mero indirizzo, pieni come sono di grandi tecnici, prevalentemente fiduciari, il cui compito è, soprattutto, non mancare alla fiducia di chi li incarica e, quindi, lasciar credere che gli asini volino.
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